lunedì, dicembre 06, 2004

Il volto della rivoluzione

Che cosa serve per fare una rivoluzione oggi? Prendete un network ben avviato di ex-agenti CIA che hanno lavorato in Polonia negli anni '80, in Romania negli anni '90 e più recentemente in Serbia, stabilendo un bel po' di contatti nei paesi dell'ex-blocco sovietico.

Metteteli in contatto con le forze dell'opposizione, magari in occasione di un'elezione presidenziale. Scegliete il candidato presidente da sostenere: l'identikit è semplice. Deve essere filo-occidentale, ben presentabile e avere alle sue spalle le forze produttive della nazione (i neo-miliardari, per intenderci).

Poi iniziate a contestare i risultati ottenuti: non importa quali siano. Se ci sono brogli negli USA, immaginatevi in Ucraina. Mobilitate le folle: partite con gli studenti, sono i più facilmente impressionabili. Scegliete un luogo simbolo: meglio una piazza della capitale (Tien An Men docet). Radunateli tutti: se piove o fa freddo, meglio.

Date loro un obiettivo concreto: rifare le elezioni, ripetere una partita di calcio. Qualcosa di semplice, su cui si possano intonare facili slogan. Meglio un rap, di questi tempi. Trovate anche un simbolo: un fiore (le rose funzionano, le orchidee no) o un colore (l'arancione è bello perché viene bene in foto).

Poi coinvolgete i mass media occidentali. Che inizino a dare una copertura "epica" della situazione: buoni contro cattivi, le forze del bene contro quelle del male. Più si polarizza il dibattito, meglio è. Quindi coinvolgete i testimonial locali: una star del calcio, un ex-sindacalista polacco disoccupato. Ci vuole anche una donna, magari carina e dal piglio deciso come Julia Tymoshenko.

Il gioco è fatto.

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